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Manchette di prima

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Le precisazioni del progettista e direttore di lavori, ingegner Luciano Fantoni, sull’intervento di messa in sicurezza della costa a Schiopparello-Magazzini

 

In meri­to all’in­ter­ven­to di Legam­bien­te sui lavo­ri di mes­sa in sicu­rez­za del­la costa a Schiop­pa­rel­lo-Magaz­zi­ni il pro­get­ti­sta e diret­to­re dei lavo­ri, inge­gner Lucia­no Fan­to­ni, pre­ci­sa quan­to segue:
“1) Tut­te le ope­re sono sta­te appro­va­te dai vari orga­ni di tute­la del ter­ri­to­rio. Il pro­get­to è finan­zia­to con fon­di del­la Pro­te­zio­ne Civi­le del­la Regio­ne Tosca­na ed è sog­get­to a moni­to­rag­gio in cor­so d’o­pe­ra e dopo la fine dei lavo­ri.
2) La pri­ma con­si­de­ra­zio­ne riguar­da l’eclatante con­fu­sio­ne geo­gra­fi­ca: la zona umi­da di Schiop­pa­rel­lo, Sito di Inte­res­se Regio­na­le, è limi­ta­ta alle Pra­de, dove un tem­po sor­ge­va un’importante sali­na, ed è situa­ta ad Ove­st del­la vil­la di Tor­re del Sale e del Fos­so del Fab­brel­lo. L’intervento di con­tra­sto dell’erosione costie­ra in cor­so d’opera è rigo­ro­sa­men­te limi­ta­to ad Est di Tor­re del Sale e dell’area pro­tet­ta, e si esten­de per l’intero trat­to di costa fino all’approdo nau­ti­co di Magaz­zi­ni.
3) L’intervento descrit­to da Legam­bien­te non inte­res­sa altro che un comu­ne ter­re­no agri­co­lo, con­fi­nan­te con la spiag­gia di Schiop­pa­rel­lo Est, di pro­prie­tà del Dema­nio Marit­ti­mo, con deli­mi­ta­zio­ni incer­te e non facil­men­te riscon­tra­bi­li sul ter­re­no. La Posi­do­nia spiag­gia­ta, che cer­ta­men­te è una risor­sa per il mare e per le spiag­ge emer­se e som­mer­se, non è sta­ta aspor­ta­ta, ma sem­pli­ce­men­te rac­col­ta e siste­ma­ta tra­sver­sal­men­te sul­la par­te alta del­la spiag­gia, in ade­ren­za alla pic­co­la duna, che essen­zial­men­te è costi­tui­ta da un can­ne­to, in par­te ine­stri­ca­bi­le, ma in più par­ti distrut­to, anche in area dema­nia­le, per crea­re pas­sag­gi dal ter­re­no retro­stan­te o per rea­liz­za­re gaze­bi fis­si. Il can­ne­to inclu­de anche qual­che tame­ri­cio. Lo spo­sta­men­to di pochi metri del­la Posi­do­nia, con­sen­ti­to dal­la nor­ma­ti­va vigen­te, non ha com­por­ta­to la distru­zio­ne del­le can­ne o dei tame­ri­ci, ed è del tut­to com­pa­ti­bi­le con il pro­ces­so natu­ra­le: le mareg­gia­te aspor­ta­no le foglie per lo più mor­te di Posi­do­nia, le sospin­go­no a riva, dove col tem­po l’azione del ven­to e del sole le sbri­cio­la­no e le sospin­go­no nel­la par­te alta del­la spiag­gia, insie­me ai sedi­men­ti di spiag­gia, costi­tuen­do e man­te­nen­do la duna costie­ra, se que­sta non vie­ne distrut­ta da inter­ven­ti antro­pi­ci. Non era e non è negli obiet­ti­vi del pro­get­to l’asportazione e il riu­ti­liz­zo sia pure inno­va­ti­vo del­la Posi­do­nia spiag­gia­ta, che dovreb­be pre­fe­ri­bil­men­te rima­ne­re nel­la sua col­lo­ca­zio­ne natu­ra­le: la spiag­gia e il suo imme­dia­to entro­ter­ra.
4) Poi­ché l’intervento è in cor­so, l’assetto fina­le di pro­get­to non è sta­to anco­ra rea­liz­za­to e, cer­ta­men­te, in alcu­ni casi non si pre­sen­ta anco­ra este­ti­ca­men­te come sarà a lavo­ri fini­ti. Si chie­de solo un po’ di pazien­za. Con­tat­ti sono sta­ti atti­va­ti e sono in cor­so con i vari pro­prie­ta­ri del­le strut­tu­re e dei ter­re­ni limi­tro­fi per com­pren­de­re e cor­reg­ge­re, se neces­sa­rio e fat­ti­bi­le, qual­che par­ti­co­la­re che pos­sa esse­re risul­ta­to sgra­de­vo­le”.

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