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Manchette di prima

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Circolo SI-AVS: L’umiliante commissariamento politico del Parco Nazionale. E la destra elbana tace

La nomi­na a com­mis­sa­rio del Par­co Nazio­na­le di Mat­teo Arcen­ni, sin­da­co di Ter­ric­cio­la (Pisa) per Fra­tel­li d’Italia, sem­bra esse­re sul­la scri­va­nia del mini­stro dell’ambiente Gil­ber­to Pichet­to Fra­tin (For­za Ita­lia) da diver­si gior­ni e potreb­be avve­ni­re a fine mese, non appe­na sca­dran­no i 45 gior­ni di pro­ro­ga di Giam­pie­ro Sam­mu­ri. Il tut­to sen­za nem­me­no aver avvia­to la pro­ce­du­ra d’intesa con la Regio­ne Tosca­na pre­vi­sta dal­la leg­ge.

Alla fine, viste le liti per le pol­tro­ne di sot­to­go­ver­no a Roma e in Tosca­na, que­sto mal­de­stro e incom­pren­si­bi­le com­mis­sa­ria­men­to potreb­be por­ta­re a una situa­zio­ne di stal­lo come quel­la di altri Par­chi Nazio­na­li che sono da mesi ed anni sen­za pre­si­den­te, diret­ti­vo e a vol­te nem­me­no com­mis­sa­ria­ti.

A quan­to pare a fare – o a meglio impor­re —  il nome dell’ignoto sin­da­co pisa­no per com­mis­sa­ria­re (e poi pre­sie­de­re) il più gran­de par­co insu­la­re nazio­na­le ita­lia­no è sta­to Gio­van­ni Don­zel­li, respon­sa­bi­le nazio­na­le del­l’or­ga­niz­za­zio­ne di Fra­tel­li d’Italia, con l’imprimatur del­le sorel­le Melo­ni e dell’ex cogna­to Lol­lo­bri­gi­da.

Ma chi è que­sto sin­da­co di pro­vin­cia  pisa­no che i fra­tel­li ita­lio­ti pre­fe­ri­sco­no evi­den­te­men­te come commissario/presidente ai sin­da­ci elba­ni di area FdI? Arcen­ni ha rico­per­to inca­ri­chi nel­la gestio­ne di coo­pe­ra­ti­ve di puli­zie, non ha nes­su­na com­pe­ten­za in cam­po ambien­ta­le, se non l’essersi oppo­sto a una disca­ri­ca, e l’unica cosa che lo lega all’economia turi­sti­ca dell’Arcipelago Tosca­no è di esser­si diplo­ma­to a un Isti­tu­to pro­fes­sio­na­le alber­ghie­ro. Quin­di, dopo Bep­pe Tanel­li, geo­lo­go di fama inter­na­zio­na­le e pro­fes­so­re ordi­na­rio all’università di Firen­ze, Mario Toz­zi,  geo­lo­go, Pri­mo Ricer­ca­to­re del Con­si­glio Nazio­na­le del­le Ricer­che, divul­ga­to­re scien­ti­fi­co, sag­gi­sta, auto­re e con­dut­to­re tele­vi­si­vo, Giam­pie­ro Sam­mu­ri, bio­lo­go, ex pre­si­den­te del Par­co del­la Marem­ma. Docen­te sul­la gestio­ne del­le aree pro­tet­te all’Università di Sie­na, ex pre­si­den­te di Feder­par­chi e diri­gen­te di Euro­parc, avre­mo un signor nes­su­no, con nes­su­na com­pe­ten­za tec­ni­ca e scien­ti­fi­ca e che non ne sa nien­te del­le nostre iso­le, un imi­ta­to­re di Mat­teo Sal­vi­ni che non per­de una sagra e che ha det­to che la cac­cia al cin­ghia­le è soste­ni­bi­le, con buo­na pace di chi vor­reb­be era­di­ca­re i cin­ghia­li all’Elba.

Die­tro la sua nomi­na ci potreb­be­ro esse­re la ten­ta­zio­ne di met­te­re le mani su Pia­no­sa, visto che l’altro spon­sor poli­ti­co di Arcen­ni sareb­be il con­si­glie­re regio­na­le di Fra­tel­li d’Italia Die­go Petruc­ci che su Pia­no­sa ha espres­so più vol­te teo­rie tan­to stram­pa­la­te quan­to pre­oc­cu­pan­ti.

Ci chie­dia­mo come il Sin­da­co di Ter­ric­cio­la tro­ve­rà il tem­po per fare il pre­si­den­te del Par­co Nazio­na­le, anche per­ché for­se non è sta­to avver­ti­to che dovrà rinun­cia­re a una del­le due inden­ni­tà di cari­ca.

Di fron­te a que­sto qua­dro scon­cer­tan­te sul­la figu­ra del pro­ba­bi­le pros­si­mo commissario/presidente del Par­co Nazio­na­le vie­ne da chie­de­re ai par­ti­ti di destra elba­ni: ma voi sie­te d’accordo con que­sta impo­si­zio­ne colo­nia­li­sta ed umi­lian­te di un ine­sper­to sin­da­co pisa­no a pre­sie­de­re il nostro Par­co Nazio­na­le?  Sie­te sta­ti mini­ma­men­te sen­ti­ti su una nomi­na che deter­mi­ne­rà il desti­no di un’area pro­tet­ta che si esten­de su oltre la metà dell’Elba e che com­pren­de buo­na par­te del­le altre iso­le abi­ta­te?

Fra­tel­li d’Italia dell’Isola d’Elba ha tra i papa­bi­li ben due can­di­da­ti di area: Bar­bet­ti e Fore­si, per­ché ven­go­no sacri­fi­ca­ti ad Arcen­ni? Ha nien­te da dire su que­sto il neo-acqui­sto di FdI, l’ex demo­cri­stia­no e leghi­sta Mar­co Lan­di, che del Par­co è sta­to anche addet­to stam­pa? Oppu­re que­sto fa par­te del pac­chet­to da sot­to­scri­ve­re per poter otte­ne­re una can­di­da­tu­ra alle ele­zio­ni regio­na­li?

E For­za Ita­lia dell’Elba, par­ti­to di Vagag­gi­ni, ha qual­co­sa da dire oppu­re ubbi­di­sce supi­na­men­te alle impo­si­zio­ni di Don­zel­li e Petruc­ci?

E i cin­que sin­da­ci che han­no scrit­to a Pichet­to Fra­tin per appog­gia­re la can­di­da­tu­ra dell’ex sin­da­co di Mar­cia­na Lui­gi Vagag­gi­ni inten­do­no oppor­si alla nomi­na di Arcen­ni?

E i tre sin­da­ci che quel­la let­te­ra non han­no fir­ma­to (Capo­li­ve­ri, Por­to Azzur­ro e Rio), tut­ti dell’area nazio­nal-sovra­ni­sta, sono d’accordo che ci ven­ga impo­sto un incom­pe­ten­te sin­da­co pisa­no come pre­si­den­te del Par­co?

Fino a qual­che anno fa la destra accu­sa­va il cen­tro-sini­stra di pren­de­re ordi­ni da Piom­bi­no e Firen­ze, ora che coman­da­no loro, gli ordi­ni, anzi le impo­si­zio­ni, arri­va­no da Pisa e Roma, ma sono improv­vi­sa­men­te diven­ta­ti afo­ni. Va bene tut­to, anche il rigas­si­fi­ca­to­re e i dis­sa­la­to­ri che piac­cio­no tan­to a Gior­gia Melo­ni e Don­zel­li. Eppu­re, sia­mo di fron­te a una deci­sio­ne che umi­lia pri­ma di tut­to la destra elba­na e i suoi sin­da­ci e i suoi diri­gen­ti, non rite­nu­ti evi­den­te­men­te in gra­do di gesti­re il nostro ter­ri­to­rio.

Il Par­co ha biso­gno di un bre­ve com­mis­sa­ria­men­to con un tec­ni­co mini­ste­ria­le (come già suc­ces­so nel­le occa­sio­ni pre­ce­den­ti) per con­sen­ti­re di avvia­re l’intesa tra gover­no e regio­ne che por­ti alla nomi­na di un pre­si­den­te che cono­sca l’Arcipelago Tosca­no e la sua gen­te e che abbia com­pe­ten­ze ed espe­rien­za.

Sini­stra Ita­lia­na – AVS  chie­de alla regio­ne Tosca­na di oppor­si a que­sto com­mis­sa­ria­men­to poli­ti­co e a que­sta nomi­na frut­to del­la pre­po­ten­za, dell’imposizione e del disprez­zo che carat­te­riz­za il gover­no Melo­ni e chie­de ai Sin­da­ci di inter­ve­ni­re con deci­sio­ne per­ché al Par­co Nazio­na­le e alle nostre iso­le sia evi­ta­ta que­sta nuo­va umi­lia­zio­ne.

 

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