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Dillo all’Edicola: “Fornacelle abbandonate: promesse tradite e silenzi imbarazzanti”

Gran­de par­te­ci­pa­zio­ne saba­to 26 apri­le al flash mob da par­te di elba­ni e elba­ni di fuo­ri a soste­gno del­la spiag­gia del­le For­na­cel­le. Gran­de assen­te ingiu­sti­fi­ca­ta la ammi­ni­stra­zio­ne di Rio. Dopo 7 mesi di atte­sa e di pro­mes­se fat­te da par­te del Comu­ne di Rio nien­te e’ sta­to fat­to. Assen­za, silen­zio e inca­pa­ci­tà. È vero: l’assenza di Mar­co Cor­si­ni al flash mob di ieri non è pas­sa­ta inos­ser­va­ta. Sul signi­fi­ca­to dell’iniziativa di For­na­cel­le non inten­do aggiun­ge­re altro rispet­to a quan­to già scrit­to da mol­ti, e soprat­tut­to a quan­to rac­con­ta­to con pas­sio­ne da Asia Gior­da­ni e Vale­rio Guer­ri­ni. In meri­to all’assenza di Cor­si­ni, cre­do inve­ce che un Sin­da­co deb­ba distin­guer­si per la pre­sen­za, la capa­ci­tà di ascol­to, l’impegno costan­te nel­la ricer­ca di solu­zio­ni e la com­pe­ten­za nel supe­ra­re le emer­gen­ze, costruen­do una visio­ne di futu­ro. Un Sin­da­co che, sem­mai, dovreb­be pre­fe­ri­re una foto con i cit­ta­di­ni alle For­na­cel­le o davan­ti alle tran­sen­ne del­la SP26, piut­to­sto che con il sot­to­se­gre­ta­rio di tur­no. Eppu­re, ria­scol­tan­do la regi­stra­zio­ne del­la sedu­ta del Con­si­glio comu­na­le del 27 novem­bre 2024, emer­ge­va chia­ra­men­te un’al­tra nar­ra­zio­ne: For­na­cel­le era, a det­ta del Sin­da­co, una prio­ri­tà. Un impe­gno che avreb­be richie­sto, secon­do le sue stes­se paro­le, un lavo­ro inten­so e la con­vo­ca­zio­ne imme­dia­ta di tut­ti i sog­get­ti isti­tu­zio­na­li e pri­va­ti, per tro­va­re solu­zio­ni con­cre­te per la pie­na valo­riz­za­zio­ne del­l’a­rea. Da quel 27 novem­bre sono tra­scor­si cin­que mesi. Cin­que mesi con­su­ma­ti nel nul­la di fat­to e segna­ti dal silen­zio. Ma non è solo il Sin­da­co. È l’intera Ammi­ni­stra­zio­ne che deve rispon­de­re dell’incapacità di non aver tra­sfor­ma­to gli impe­gni in fat­ti. Riman­go­no, come pie­tre, le ammis­sio­ni pro­nun­cia­te in quell’occasione: il rico­no­sci­men­to di non esse­re riu­sci­to, in set­te anni di ammi­ni­stra­zio­ne, a map­pa­re stra­de, vie di comu­ni­ca­zio­ne e ser­vi­tù pub­bli­che di acces­so alle spiag­ge, né a crea­re le con­di­zio­ni mini­me per la dife­sa, la sal­va­guar­dia e la valo­riz­za­zio­ne del patri­mo­nio pub­bli­co e pae­sag­gi­sti­co del­la nostra Rio. Ciò che è acca­du­to alle For­na­cel­le è la natu­ra­le con­se­guen­za di quel­la con­fes­sa­ta inca­pa­ci­tà. Di fron­te alla bel­lez­za e alla for­za del rac­con­to di Asia e Vale­rio, riman­go­no solo il silen­zio, l’as­sen­za che, pur­trop­po, segna­no que­sta Ammi­ni­stra­zio­ne. Le For­na­cel­le, oggi, rac­con­ta­no una veri­tà più gran­de: sia­mo di fron­te a una lea­der­ship ina­de­gua­ta che coin­vol­ge un’intera Ammi­ni­stra­zio­ne nel­la debo­lez­za di costrui­re un futu­ro cre­di­bi­le per la nostra comu­ni­tà.

Fabri­zio Ania

 

 

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