C’è un mistero più grande del Triangolo delle Bermuda, più inspiegabile delle code in uscita da Portoferraio a Ferragosto, e più assurdo della pizza con l’ananas: le navi che in inverno non partono per colpa del vento… ma d’estate solcano i flutti come se fossero vascelli vichinghi! Sarà che d’inverno il maestrale è più spaventoso? Che il libeccio prende la patente nautica solo da ottobre a marzo? Oppure che le onde, sotto i 20 gradi, diventano più dispettose?Eh no, amici miei. La verità è che il vento d’estate profuma di soldi. E allora via, tutti a bordo! Turisti, trolley, cani col cappottino e biciclette a pedalata assistita. Le onde alte due metri? “Non sono onde, sono carezze marine”, ci rassicurano. Il mare forza sei? “Ma no, solo un po’ mosso, roba da bagno rilassante”. D’inverno invece, se appena appena si muove una foglia sul lungomare, si attiva l’allarme rosso: “Tutte le corse sono sospese per condizioni meteo-marine avverse”. Tradotto: c’è vento, non partiamo. Anche se il gabbiano vola tranquillo e la vecchietta va a fare la spesa in motorino. E mentre il porto resta deserto e i residenti si arrangiano tra passaggi di fortuna e promesse mai mantenute, le navi riposano, probabilmente al caldo, con la copertina sulle eliche. Ma arriva giugno, e si risveglia lo spirito dell’eroe: la nave carica il turismo e affronta il mare in tempesta con lo stesso entusiasmo con cui un barista apre alle sei del mattino il primo giorno d’estate. Morale della favola? Più che mare mosso o mare calmo, qui sembra che le decisioni le prenda l’economia. E quando la nave vede il turista… non ha più paura di nulla.
