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ASSOCOM ELBA: Problematiche sui litorali elbani

A segui­to del­l’e­ven­to allu­vio­na­le ecce­zio­na­le veri­fi­ca­to­si il 13 apri­le scor­so, nume­ro­si lito­ra­li del­l’I­so­la d’El­ba han­no subi­to dan­ni signi­fi­ca­ti­vi. Tut­ta­via, la fase emer­gen­zia­le non si è anco­ra con­clu­sa: fos­si di vario tipo — cen­si­ti, non cen­si­ti, sto­ri­ci e nuo­vi — han­no inci­so pro­fon­da­men­te i pro­fi­li del­le spiag­ge, gene­ran­do sol­chi, sboc­chi improv­vi­sa­ti e rista­gni d’ac­qua con impli­ca­zio­ni sani­ta­rie e ambien­ta­li pre­oc­cu­pan­ti.
Con l’av­vi­ci­nar­si del­la sta­gio­ne turi­sti­ca, gli ope­ra­to­ri bal­nea­ri elba­ni si tro­va­no a dover affron­ta­re con­di­zio­ni ano­ma­le che mina­no la frui­bi­li­tà del­le spiag­ge, la sicu­rez­za degli uten­ti e l’i­gie­ne pub­bli­ca.  In mol­ti trat­ti del lito­ra­le, a cau­sa di una man­can­za di regi­ma­zio­ne siste­ma­ti­ca di tut­ti i fos­si e non solo di una par­te, sono com­par­se pic­co­le lagu­ne sta­gnan­ti, habi­tat idea­le per inset­ti infe­stan­ti, con con­se­guen­ti disa­gi anche sul pia­no del­l’im­ma­gi­ne turi­sti­ca del­l’i­so­la.
È impor­tan­te sot­to­li­nea­re inol­tre che gli inter­ven­ti di ripri­sti­no sono sta­ti pochi, fram­men­ta­ri, e in mol­ti casi com­ple­ta­men­te assen­ti, in atte­sa di dispo­si­zio­ni regio­na­li o del rico­no­sci­men­to for­ma­le del­lo sta­to di cala­mi­tà.  Ciò che desta pre­oc­cu­pa­zio­ne è il cre­scen­te orien­ta­men­to a con­si­de­ra­re i fos­si “natu­ra­li” così come si sono ride­fi­ni­ti dopo l’al­lu­vio­ne, sen­za alcu­na valu­ta­zio­ne sul­l’im­pat­to che que­sti muta­men­ti com­por­ta­no per il futu­ro ambien­ta­le ed eco­no­mi­co del­l’i­so­la.
Il Pia­no di Gestio­ne del Rischio Allu­vio­ni (PGRA) — docu­men­to tec­ni­co e pro­gram­ma­ti­co — sta­bi­li­sce che ogni azio­ne sul ter­ri­to­rio deb­ba tene­re prio­ri­ta­ria­men­te con­to del­la tute­la del­la salu­te pub­bli­ca, del­la sicu­rez­za del­le infra­strut­tu­re e del rap­por­to costi-bene­fi­ci. Pur­trop­po, tali prin­ci­pi sem­bra­no oggi sacri­fi­ca­ti in nome di un tec­ni­ci­smo esa­spe­ra­to, che ral­len­ta le rispo­ste ope­ra­ti­ve e para­liz­za la capa­ci­tà deci­sio­na­le.
Ci chie­dia­mo: è con­ce­pi­bi­le arri­va­re a giu­gno sen­za una linea di inter­ven­to con­di­vi­sa, e maga­ri dover ricor­re­re a lavo­ri d’ur­gen­za in pie­na sta­gio­ne turi­sti­ca? Il rischio è di com­pro­met­te­re l’e­qui­li­brio natu­ra­le e l’at­trat­ti­va dei nostri lito­ra­li. I fos­si tra­scu­ra­ti costi­tui­sco­no, oltre a un pro­ble­ma este­ti­co e igie­ni­co, un cor­ri­do­io pre­fe­ren­zia­le per le mareg­gia­te, che pene­tra­no nel­l’en­tro­ter­ra e acce­le­ra­no l’e­ro­sio­ne del­le spiag­ge.
È fon­da­men­ta­le un cam­bio di pas­so. Gli inter­ven­ti straor­di­na­ri van­no affian­ca­ti da una pia­ni­fi­ca­zio­ne sta­bi­le e lun­gi­mi­ran­te. Non pos­sia­mo più fare affi­da­men­to su ripa­sci­men­ti tar­di­vi, spes­so costo­si e di effi­ca­cia limi­ta­ta, né atten­de­re ulte­rio­ri rela­zio­ni tec­ni­che a sta­gio­ne avvia­ta.
Le nostre richie­ste si basa­no su fon­ti auto­re­vo­li e dati con­so­li­da­ti:
1. Le Linee Gui­da Nazio­na­li per la Dife­sa del­la Costa (ISPRA, 2018);
2. Il Rap­por­to Spiag­ge 2023 di Legam­bien­te, che evi­den­zia il ruo­lo nega­ti­vo del­la cat­ti­va gestio­ne dei cor­si d’ac­qua sul­l’e­ro­sio­ne;
3. Il Pia­no di Dife­sa del­la Costa del­la Regio­ne Abruz­zo, che rico­no­sce la neces­si­tà di inter­ven­ti tem­pe­sti­vi sul­le foci mino­ri;
4. Il Pro­get­to Resi­lien­za Costa Tosca­na, che denun­cia il rischio ambien­ta­le ed eco­no­mi­co deri­van­te dal­la man­ca­ta manu­ten­zio­ne dei fos­si secon­da­ri.

I Bal­nea­ri elba­ni soci di Asso­Co­mEl­ba chie­do­no quin­di un inter­ven­to urgen­te, coor­di­na­to e tra­spa­ren­te da par­te degli enti pre­po­sti, affin­ché i lito­ra­li del­l’I­so­la d’El­ba pos­sa­no esse­re mes­si in sicu­rez­za nel rispet­to del­l’am­bien­te e del tes­su­to eco­no­mi­co loca­le.

 

 

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