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Manchette di prima

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Paola Mancuso: Stanno uccidendo la continuità territoriale: inevitabile un’Elba di serie A e un’Elba di serie B

Il com­par­to dei ser­vi­zi di tra­spor­to marit­ti­mo tra Piom­bi­no e l’Isola d’Elba  rap­pre­sen­ta sto­ri­ca­men­te una varia­bi­le essen­zia­le di una eco­no­mia insu­la­re che ad essa lega la sua stes­sa soprav­vi­ven­za e la stes­sa pos­si­bi­li­tà di una vita digni­to­sa sot­to il pro­fi­lo socia­le e sicu­ra sot­to il pro­fi­lo sani­ta­rio, visto che il tra­spor­to da noi è una con­di­zio­ne del­la stes­sa rispo­sta sani­ta­ria dopo che si è attua­ta la gra­dua­le “demo­li­zio­ne” del pre­si­dio ospe­da­lie­ro.
In tale otti­ca sino ad oggi il ragio­na­men­to rela­ti­vo al siste­ma di rego­la­zio­ne appli­ca­bi­le a tali ser­vi­zi ha mes­so al cen­tro il con­cet­to di “obbli­go di ser­vi­zio” ovve­ro di uno stan­dard di pre­sta­zio­ni garan­ti­to, costi­tui­to da un siste­ma di col­le­ga­men­ti inte­gra­ti tra loro in ter­mi­ni di offer­ta ma altre­sì di soste­ni­bi­li­tà eco­no­mi­ca.
Pro­prio l’ esi­sten­za di que­sta con­di­zio­ne socia­le da com­pen­sa­re — in osse­quio al prin­ci­pio gene­ra­le di ugua­glian­za sostan­zia­le — ha con­sen­ti­to di finan­zia­re que­ste trat­te per cal­mie­ra­re le rica­du­te eco­no­mi­che sui resi­den­ti e garan­ti­re una fre­quen­za in gra­do di dare rispo­ste ad una doman­da di col­le­ga­men­ti turi­sti­ca ma soprat­tut­to socia­le rias­sun­ta nel con­cet­to di “con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le”.
Tut­to que­sto rischia di scom­pa­ri­re sen­za che dal ter­ri­to­rio si levi alcu­na pur fle­bi­le pro­te­sta.
In altre paro­le tut­ti colo­ro che a tut­ti i tavo­li isti­tu­zio­na­li e su ogni ban­chi­na han­no invo­ca­to obbli­ghi più strin­gen­ti per l’attuale com­pa­gnia, stan­no tacen­do di fron­te alla can­cel­la­zio­ne di quel­li esi­sten­ti.
Par­ti­re dal­le inda­gi­ni di mer­ca­to per com­pren­de­re come dare rispo­ste in ter­mi­ni di ser­vi­zi ed ipo­tiz­za­re uno smem­bra­men­to del­le linee è esat­ta­men­te inver­ti­re i ter­mi­ni del­la que­stio­ne, pri­vi­le­gian­do lo sco­po di apri­re le por­te ad impren­di­to­ri che fan­no legit­ti­ma­men­te il loro mestie­re ma che — in quan­to tali  — se non con­di­zio­na­ti da un con­trat­to pub­bli­co che ne con­for­mi il com­por­ta­men­to  a pre­ci­si obbli­ghi — sono desti­na­ti a legit­ti­ma­re la tota­le anar­chia e soprat­tut­to la man­can­za di solu­zio­ni emer­gen­zia­li, rese pos­si­bi­li oggi solo da una logi­sti­ca inte­gra­ta tra le linee che con­ti sul­la inter­scam­bia­bi­li­tà del­le navi  in caso di ava­ria, a fron­te di tabel­le di arma­men­to tali da garan­ti­re il per­so­na­le imbarcato.Lo smem­bra­men­to ren­de­rà ine­si­sten­te qual­sia­si clau­so­la socia­le come inse­gna­no le regio­ni che han­no ade­ri­to a que­sta deva­stan­te teo­ria.
L’e­spe­rien­za di simi­li pro­ce­du­re in altri con­te­sti regio­na­li par­la già di cen­ti­na­ia di marit­ti­mi lascia­ti a ter­ra e di ser­vi­zi con­se­guen­te­men­te scar­si sia dal pun­to di vista qua­li­ta­ti­vo che quan­ti­ta­ti­vo, con ine­vi­ta­bi­li con­se­guen­ze anche sull’ imma­gi­ne turi­sti­ca del ter­ri­to­rio.
Ma soprat­tut­to se gli indi­riz­zi del­la Regio­ne dive­nis­se­ro real­men­te i car­di­ni del nuo­vo siste­ma e per­tan­to si pri­vi­le­gias­se­ro le trat­te red­di­ti­zie come tali non finan­zia­bi­li, il risul­ta­to sareb­be un’ Elba di serie A, ser­vi­ta da col­le­ga­men­ti capil­la­ri, ed un’ Elba di serie B desti­na­ta a subi­re defi­cit di fre­quen­za gior­na­lie­ra e vere e pro­prie caren­ze inver­na­li.
Quan­to sopra a dispet­to degli indi­riz­zi in mate­ria di rie­qui­li­brio dei flus­si di traf­fi­ci in  un siste­ma por­tua­le incen­tra­to sui tre por­ti, anche per alleg­ge­ri­re la cir­co­la­zio­ne inter­na all’I­so­la.
Pare pro­prio che l’in­te­res­se pub­bli­co sia sta­to chiu­so in un cas­set­to  dimen­ti­can­do lo sfor­zo di inve­sti­men­to pub­bli­co fat­to a livel­lo nazio­na­le ma anche da par­te del­la stes­sa Regio­ne Tosca­na.
For­se sareb­be il caso che cia­scu­no ritor­nas­se a fare il pro­prio mestie­re e soprat­tut­to che a com­bat­te­re per la libe­ra­liz­za­zio­ne fos­se­ro gli arma­to­ri men­tre a garan­ti­re la qua­li­tà del­la vita sul ter­ri­to­rio ci pen­sas­se chi rive­ste fun­zio­ni isti­tu­zio­na­li come la Regio­ne Tosca­na, evi­tan­do di rispar­mia­re sul­la pel­le degli Elba­ni .
Il Cana­le di Piom­bi­no non si gover­na sen­za obbli­ghi di ser­vi­zio ade­gua­ti e sen­za por­re al pri­mo posto la con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le si rischia di can­cel­lar­la per sem­pre.
Que­sto silen­zio del ter­ri­to­rio è asso­lu­ta­men­te irre­spon­sa­bi­le.
Auspi­co che sul­la que­stio­ne si espri­ma uffi­cial­men­te l’Osservatorio sul­la con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le dan­do pro­va del sen­so del­la sua esi­sten­za e riven­di­can­do i con­te­nu­ti del docu­men­to sigla­to dai sin­da­ci ormai qual­che mese fa sul qua­le lati­ta­no le rispo­ste di chi ha chia­ma­to di qui a poco a scel­te fon­da­men­ta­li per il nostro futu­ro.

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