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Manchette di prima

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Sul palco, tra grinta e cuore: la storia di Marco Galullo al Rally Valsugana 

Non tut­ti i ral­ly si vin­co­no con un tro­feo in mano. Alcu­ni si vin­co­no con la for­za di rial­zar­si, la tena­cia di spin­ge­re oltre i pro­pri limi­ti e l’orgoglio di dedi­ca­re un risul­ta­to a chi non c’è più, ma con­ti­nua a vive­re in ogni cur­va affron­ta­ta con il cuo­re. Mar­co Galul­lo ha con­clu­so il suo ral­ly con un risul­ta­to che par­la da solo: 14° asso­lu­to e 1° di clas­se. Ma die­tro que­sti nume­ri, c’è mol­to di più. C’è una sto­ria di ami­ci­zia, di pas­sio­ne e di rina­sci­ta. A rac­con­tar­lo è Mas­si­mo, ami­co e com­pa­gno di avven­tu­ra, che non nascon­de l’emozione nel vede­re Mar­co sali­re sul pal­co e supe­ra­re per­si­no la veri­fi­ca tec­ni­ca con i com­pli­men­ti dei com­mis­sa­ri: “Han­no con­trol­la­to tut­to – cilin­dra­ta, col­let­to­ri di sca­ri­co, car­bu­ra­to­ri – ed era tut­to per­fet­to. Ma la vera sod­di­sfa­zio­ne è sta­ta sen­tir­li elo­gia­re la con­dot­ta di gara di Mar­co. Emo­zio­nan­te.” Dall’altra par­te, arri­va la rispo­sta di Mar­co, cari­ca di gra­ti­tu­di­ne e deter­mi­na­zio­ne: “Se oggi sono qui – dice – è anche gra­zie a te, Mas­si­mo, che nei momen­ti dif­fi­ci­li mi hai ricor­da­to quan­to con­ti anda­re avan­ti. Que­sta gara l’ho fat­ta con la rab­bia e la grin­ta giu­ste, per ono­ra­re mio padre Rena­to. Sono sicu­ro che sarà fie­ro di me.” E rac­con­ta anche il momen­to in cui tut­to pote­va fini­re: un qua­si 360 in quar­ta mar­cia su una cur­va a sini­stra spor­ca. Un atti­mo di pani­co, un minu­to per­so, qual­che posi­zio­ne lascia­ta, ma anche la sen­sa­zio­ne che qual­cu­no da las­sù lo stes­se aiu­tan­do a rimet­ter­si in car­reg­gia­ta. “La veri­fi­ca? Bel­la, cer­to. Ma il vero pre­mio sono sta­ti i com­pli­men­ti dei com­mis­sa­ri. Quel­li ti ripa­ga­no di tut­to.” Una sto­ria che va oltre il cro­no­me­tro. Una gara che diven­ta meta­fo­ra di vita. Un pal­co con­qui­sta­to con il gas, ma soprat­tut­to con il cuo­re.

 

 

 

 

 

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