Sabato 24 Maggio sulla spiaggia di Lacona la comunità elbana partecipa alla campagna di mobilitazione nazionale “50.000 sudari per Gaza”.
*Italia, sii coraggiosa!*
L’iniziativa è stata lanciata da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, e Paola Caridi, scrittrice e giornalista esperta nella questione palestinese.
Teli bianchi, sudari, appesi ai palazzi dei comuni e distesi nelle piazze italiane più vive di Italia, da Milano a Bologna, da Roma all’Isola d’Elba la mattina sull’ampia spiaggia di Lacona, nel pomeriggio in piazza Cavour a Portoferraio.
L’obbiettivo è richiedere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e l’accesso immediato degli aiuti umanitari, da 80 giorni bloccati al confine dall’esercito israeliano mentre i bombardamenti di intensificano su 1,3 milioni di persone intappolate, senza via di fuga, senza cibo, acqua o medicine.
*La guerra, la fame, i sudari.*
La fame come arma di guerra è severamente vietata dal diritto internazionale ed è codificata come crimine di guerra. Secondo gli ultimi dati dell‘Integrated Food Security Phase Classification, oltre il 93% dei bambini di Gaza sono a rischio critico di carestia.
Dall’appello di Paola Caridi e Tomaso Montanari:
_“Teli bianchi. Sudari. Avvolgono, a Gaza, i corpi dei palestinesi morti ammazzati, e sono così diventati simbolo della strage. Sono, cioè, gli oggetti comuni del nostro tempo crudele.Tempo di genocidio._
_Il sudario ricopre, sottrae alla vista del mondo il corpo di cui è stato fatto scempio. Avvolgere nel sudario è un gesto estremo di cura, di pietas. Protegge la dignità degli esseri umani quando le vite non valgono più niente, nella conta approssimativa dei morti._
_Come si fa a piangere, onorare la memoria, dei morti di Gaza in quasi 600 giorni di assedio? Come si fa a piangerli uno per uno?_
_Proviamo a farlo, in silenzio, sabato 24 maggio: in ogni città, paese, contrada d’Italia. Riempiamo piazze, strade, finestre di lenzuoli bianchi a ricoprire il selciato e le facciate di edifici privati e pubblici._
_Vorremmo che tutti insieme, in tutta Italia, arrivassero al numero tragico dei 50.000 di Gaza. Tutti insieme saranno i corpi che il mondo non vuole vedere._
_Facciamolo sui social e negli spazi pubblici, ciascuno con il suo telo._
_Facciamolo organizzandoci per condominio, strada, quartiere: ma anche da soli, ognuno alla sua finestra. E le fotografie inondino la rete, con l’hashtag #ultimogiornodigaza_
_Perché i morti di Gaza tornino ad essere uno scandalo”._
