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l’Archivio storico delle Miniere donato al Comune di Rio

E’ sta­ta sti­pu­la­ta nel­la mat­ti­na­ta di vener­dì 6 set­tem­bre 2024 pres­so lo stu­dio del Nota­io Morel­li a Por­to­fer­ra­io la dona­zio­ne fat­ta da FINTECNA al comu­ne di Rio dell’Archivio Sto­ri­co del­le Minie­re dell’Isola d’Elba, fino ad oggi custo­di­to  nel Museo dei Mine­ra­li all’interno del­la sede del Par­co Mine­ra­rio dell’Isola d’Elba, a Rio Mari­na ma di pro­prie­tà del­la sud­det­ta socie­tà, che lo ave­va a suo tem­po (nel 1995) acqui­si­to dal­la socie­tà ILVA.
Una situa­zio­ne ano­ma­la, sve­la­ta dal­lo stes­so sin­da­co di Rio Mar­co Cor­si­ni in occa­sio­ne del­la inau­gu­ra­zio­ne del­la gal­le­ria di Ros­se­to lo scor­so 5 mag­gio.
Si trat­ta, per la cro­na­ca, di una docu­men­ta­zio­ne defi­ni­ta “di note­vo­le inte­res­se sto­ri­co (-) per l’importanza rive­sti­ta dall’archivio, che con­tie­ne atti dal 1851, ai fini del­la docu­men­ta­zio­ne sto­ri­ca mine­ra­ria in Tosca­na e dei suoi rifles­si sul­la vita socio-eco­no­mi­ca dell’Isola d’Elba, in par­ti­co­la­re per i nume­ro­sis­si­mi dise­gni dal pri­mo Nove­cen­to agli anni ’70, per i rilie­vi topo­gra­fi­ci dal 1880 al 1940, per i ruo­li paga dal 1921, per gli inven­ta­ri dagli anni ’30 e per la serie dei copia­let­te­re anch’essi risa­len­ti agli anni ’30 del XX seco­lo”.  Oltre­tut­to,  l’archivio ha un valo­re sti­ma­to di oltre 89mila euro, anche se quel­la con­clu­sa oggi è una ope­ra­zio­ne che ha un valo­re ine­sti­ma­bi­le per la comu­ni­tà di Rio e per tut­ta l’Isola d’Elba.
“Abbia­mo volu­to fare que­sta dona­zio­ne per il valo­re sto­ri­co e cul­tu­ra­le dell’archivio del­le minie­re di Rio – ha dichia­ra­to l’amministratore dele­ga­to di FINTECNA Anto­ni­no Turic­chi, fir­ma­ta­rio dell’atto –  rite­nia­mo che que­sta sia la desti­na­zio­ne miglio­re che que­sta docu­men­ta­zio­ne pos­sa ave­re per poter per­met­te­re di con­ti­nua­re a valo­riz­za­re le tra­di­zio­ni e la cul­tu­ra di que­sti luo­ghi”
“C’è una dif­fe­ren­za non pic­co­la  — ha com­men­ta­to a sua vol­ta il sin­da­co di Rio Mar­co Cor­si­ni — tra dete­ne­re una cosa ed esser­ne pro­prie­ta­ri a pie­no dirit­to. Per anni abbia­mo tenu­to pres­so la nostra socie­tà un archi­vio di impor­tan­za ecce­zio­na­le cre­den­do che fos­se nostro, e abbia­mo dovu­to sco­pri­re che non lo era. Una del­le tan­te situa­zio­ni con­fu­se e tra­scu­ra­te di que­sto ter­ri­to­rio. Sono con­ten­to di aver­la oggi rego­la­riz­za­ta gra­zie anche alla ami­che­vo­le dispo­ni­bi­li­tà e sen­si­bi­li­tà di FINTECNA che rin­gra­zio pub­bli­ca­men­te”.
“Il patri­mo­nio sto­ri­co e cul­tu­ra­le del nostro pae­se  — ha con­clu­so il sin­da­co di Rio — si è arric­chi­to di un bene che nar­ra del­la sua gran­de sto­ria mine­ra­ria, un bene che rac­co­glie docu­men­ti di straor­di­na­rio valo­re e che — amo­re­vol­men­te tenu­to fino ad oggi con pas­sio­ne e com­pe­ten­za —  potrà costi­tui­re un teso­ro per la curio­si­tà e lo stu­dio di chi vor­rà con­sul­tar­lo. Come dob­bia­mo abi­tuar­ci a dire in que­sti casi: viva Rio!”

 

 

 

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