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Manchette di prima

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Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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Un genio della musica italiana Franco Battiato è morto. Aveva 76 anni.

Il can­tau­to­re si è spen­to nel­la sua resi­den­za di Milo, era mala­to da tem­po. Era nato a Ionia, in Sici­lia, il 23 mar­zo del 1945.
Impos­si­bi­le descri­ve­re il Suo gene­re, eti­chet­tar­lo, sem­pli­ce­men­te il suo lavo­ro è sta­to quel­lo di “arti­sta” .
Per meglio com­pren­de­re, sono mol­to inte­res­san­ti e signi­fi­ca­ti­vi alcu­ni concetti,tratti da una dichia­ra­zio­ne che ha rila­scia­to il Dott Jaco­po Bono­mi ‑Pre­si­den­te del Pre­mio let­te­ra­rio “ La Tore” Iso­la d’El­ba, ecco­li di segui­to:
….“La Cul­tu­ra Ita­lia­na deve inchi­nar­si alla per­di­ta del Genio Bat­tia­to.
La sua Arte fu polie­dri­ca e intri­sa di con­ta­mi­na­zio­ne tra musi­ca, let­te­ra­tu­ra e arte in sen­so stret­to: musi­ci­sta d’avanguardia, musi­ci­sta Pop, auto­re di ope­re di impian­to clas­si­co, pit­to­re e regi­sta.
….Ebbe diver­se fasi fon­da­men­ta­li nel suo per­cor­so arti­sti­co e la sua fase più inten­sa fu quel­la che si con­cre­tiz­zò nel soda­li­zio con il filo­so­fo Man­lio Sga­lam­bro, anch’egli per­so­nag­gio fuo­ri dagli sche­mi …
….La cul­tu­ra di Bat­tia­to fu sem­pre divi­si­va, alme­no fino a quan­do una cer­ta ‘intel­li­ghen­zia’ se ne appro­priò e lo fece diven­ta­re Mae­stro: cosa del­la qua­le per un cer­to tem­po egli si scher­nì, dicen­do che ‘que­sti appel­la­ti­vi sono lo spec­chio dei nemi­ci che hai nel­la vita’.
….Fu un anar­chi­co cul­tu­ra­le sot­to ogni aspet­to, sia nel­la for­ma­zio­ne sia nel­la sua pro­du­zio­ne arti­sti­ca”.

Una Gran­de pre­sen­za.
E sé voglia­mo, tan­ti ed illu­stri valu­ta­zio­ni ci aiu­ta­no e ci invi­ta­no ad ascol­ta­re la Sua musi­ca sen­za tem­po,
le Sue visio­ni musi­ca­li di acca­di­men­ti epo­ca­li come con Ale­xan­der Pla­tz, ascol­ta­re le Sue incur­sio­ni nel cine­ma con la scrit­tu­ra di mol­te colon­ne sono­re e vede­re la rea­liz­za­zio­ne di diver­si film tra i qua­li Per­du­to Amor e
Musi­kan­ten, que­st’ul­ti­mo sul­la vita di Bee­tho­ven, pre­sen­ta­to anche alla Mostra di Vene­zia.

Ma la Sua car­rie­ra musi­ca­le è sicu­ra­men­te quel­la più cono­sciu­ta dal gran­de pub­bli­co e bra­ni e paro­le indi­men­ti­ca­bi­li come nei testi di : La cura, Cen­tro di gra­vi­tà per­ma­nen­te, Voglio veder­ti dan­za­re,.. con­ti­nue­ran­no a risuo­na­re nel­le nostre men­ti, sé ne dare­mo loro la pos­si­bi­li­tà.
Ful­vio Di Pie­tro

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